Il Sostituto Procuratore Generale della Cassazione Antonio Murra, entra nel merito dello svolgimento tecnico del processo d’appello bis per la morte di Stefano Cucchi, e chiede l’annullamento del verdetto di assoluzione (salvando però gli aspetti risarcitori) pronunciato il 18 luglio 2016 su rinvio della Suprema Corte, per i cinque medici dell’ospedale “Pertini”, rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Il sostituto Procuratore Generale Murra, sostiene che la Corte d’Assise d’Appello di Roma, avrebbe nel corso del processo d’appello bis «sovrapposto indebitamente il suo giudizio, non scientifico a quello del collegio di periti costituito da luminari che hanno affermato che Stefano Cucchi poteva essere salvato, o il suo decesso ritardato, se le terapie adeguate fossero iniziate il 19 ottobre».
A detta sempre del Sostituto Procuratore Murra durante la dura requisitoria, tutti gli aspetti critici evidenziati, si sarebbero potuti chiarire con una nuova perizia che però non è stata disposta.
Le critiche su cui verte l’intera requisitoria dunque, sono quelle di aver eluso il mandato della Cassazione e di non aver disposto una nuova perizia. «Non ci può essere una resa cognitiva e non è accettabile che un processo si arresti senza aver percorso tutte le strade per l’accertamento della verità, in questo caso per accertare il nesso causale tra la morte di Cucchi e la non somministrazione di adeguate cure».
Le richieste del dottor Murra sono state accolte e la Cassazione ha annullato le assoluzioni con rinvio, ma domani 20 aprile 2017, scatterà la prescrizione del reato di omicidio colposo di cui erano accusati i cinque medici dell’ospedale Pertini. Alla luce dell’annullamento delle assoluzioni dunque, come si pone l’omicidio colposo contestato ai medici con l’accusa di omicidio preterintenzionale contestata ai Carabinieri, anche alla luce della perizia in incidente probatorio in cui il professor Introna ha dichiarato l’irrilevanza di possibili percosse, sulla tesi della vescica neurogenica?
Si presume dunque che lo scenario possa cambiare anche alla luce del nuovo processo negli ambiti dell’inchiesta bis sulla morte del 31enne romano.