Si è tenuta ieri, 10 maggio, l’udienza preliminare del processo Cucchi bis, la cui inchiesta vede indagati cinque Carabinieri all’epoca dei fatti in servizio presso la Stazione Roma Appia. Dei cinque, i tre che procedettero all’arresto sono accusati di omicidio preterintenzionale, mentre gli altri due militari sono accusati di falso e calunnia.
Si aprono le porte del tribunale dunque, per il Cucchi bis, ma non si può mettere del tutto la parola fine al primo processo relativamente ai medici, le cui assoluzioni sono state annullate dalla Cassazione di recente, preservando però gli aspetti risarcitori. Il reato di cui i medici sono accusati, si è però prescritto e ancora non è noto se i medici accetteranno o meno la prescrizione. In questo caso, se il processo dovesse chiudersi per intervenuta prescrizione, non ci sarebbe un giudicato sulla causa di morte che ben due perizie, quella dei collegi peritali del professor Arbarello prima e del professor Introna dopo, non hanno attribuito a lesioni o percosse.
L’udienza preliminare è stata calendarizzata in tre sedute. L’avvocato Eugenio Pini, difensore del Vicebrigadiere Francesco Tedesco, ci ha spiegato che nell’udienza di ieri si sono costituite le parti, si è tenuta la discussione sulle costituzioni delle parti civili, è stata presentata dalle parti civili la richiesta di citazioni dei responsabili civili e, inoltre, è stata presentata l’istanza da parte delle difese, della perizia di trascrizione delle intercettazioni, sia delle captazioni telefoniche che di quelle ambientali. «Quanto alle parti civili, oltre ai familiari di Stefano Cucchi, si sono costituiti contro i Carabinieri imputati i tre agenti della polizia penitenziaria, imputati nel primo processo Cucchi. Si sono altresì costituiti il Comune di Roma, in persona del Sindaco Virginia Raggi, e l’Associazione Cittadinanza Attiva; sia per il Comune che per l’Associazione il GUP, su richiesta delle difese, ha escluso la costituzione per i reati di cui ai capi C, D, E ed F, ovvero per i reati di falso e di calunnia».
E’ proprio questo il punto interessante. Qualche giorno fa, l’associazione “Nuova Difesa”, tramite un comunicato stampa, aveva posto un interrogativo importante, definendo quello della Cucchi «un assurdo porta a porta alle istituzioni». Questo perché la costituzione di parte civile del Comune di Roma nei confronti dei Carabinieri, e l’intenzione di ritirare la costituzione di parte civile nei confronti dei medici, sono state rese note dopo un incontro che Ilaria Cucchi ha voluto ed ottenuto con il sindaco Virginia Raggi.
Abbiamo chiesto all’avvocato Eugenio Pini cosa ne pensa. «Il Comune si era già costituito nel primo processo Cucchi. Apparentemente la decisione di costituirsi anche in questo processo è stata però presa dalla Raggi dopo l’incontro avuto con Ilaria Cucchi; quindi, in un certo senso, è stata una costituzione indotta e non è stata spontanea. – dichiara il legale – L’avvocatura del Comune di Roma, infatti, non si era mai presentata nelle precedenti udienze, comunque rinviate per l’adesione all’astensione indetta dalla Unione delle Camere Penali Italiane – UCPI»
«Registrata questa anomalia – prosegue l’avvocato Pini – osservo però che il punto di maggior rilievo è stata la richiesta avanzata alla Raggi di rinunciare alla costituzione di parte civile nel primo processo Cucchi. Questa richiesta è nell’interesse della famiglia Cucchi e non del Comune». Secondo l’avvocato Pini ciò sarebbe avvenuto perché vi è un interesse a che il primo processo si chiuda senza un definitivo accertamento sulla causa della morte. Nel primo processo, infatti, era stata esclusa ogni rilevanza delle lesioni nel meccanismo letifero; quindi una rinuncia del Comune agevola la ricostruzione, apodittica, sulla causa di morte del processo Cucchi bis. Di contro – sempre secondo l’avvocato Pini – il Comune non avrebbe interesse, anzi potrebbe ricevere un danno erariale dalla rinuncia in quanto ha in piedi, nella sentenza di primo grado, una statuizione sul diritto al risarcimento da parte dei medici condannati in favore del Comune di Roma, oltre al pagamento di 6.500,00 € di spese legali sempre in favore del Comune.
Quindi il Comune di Roma, rinunciando alla costituzione di parte civile, rinuncerebbe a percepire dei soldi dei cittadini?
«La sentenza di primo grado con cui cinque medici sono stati condannati anche al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, e quindi del Comune di Roma, è stata successivamente riformata in appello, ma la Corte di Cassazione ha annullato l’assoluzione in appello dei medici, quindi, tecnicamente, ha ancora vigore la condanna di primo grado che include il risarcimento del danno».
Pertanto, come sottolinea l’avvocato, rinunciando in questa fase alla costituzione di parte civile, considerato che l’accertamento incidentale per le statuizioni civili non si prescrive, si rinuncerebbe a portare avanti un diritto al risarcimento dei danni in favore del Comune di Roma già riconosciuto in primo grado.
E il ragionamento sembra calzare perfettamente se esaminiamo l’ultimo post su Facebook di Ilaria Cucchi la quale ha scritto che il primo processo è stato un processo sbagliato, con sentenze sbagliate. Dal primo processo però, pare che la famiglia sia stata abbondantemente risarcita dall’ospedale Pertini. Si può dunque parlare di processo sbagliato e risarcimento giusto?
«L’indirizzo valutativo sotteso alla Sua domanda è condivisibile ma devo comunque spostarmi sul dato tecnico e, per fare ciò, dovrei leggere l’atto transattivo sottoscritto dalle parti. In particolare avrei necessità di sapere se il programma contrattuale preveda una statuizione relativa alla assoluzione dei medici».
Dunque, non una minaccia quella relativa alla citazione del danno erariale poiché in “preda al panico”, ma una constatazione. E a proposito di minacce, nella giornata di ieri è apparso un post di Ilaria Cucchi su facebook che ha dato seguito a molte offese nei confronti degli avvocati difensori dei Carabinieri. In merito a ciò, l’avvocato Pini risponde «Ricordo che non è la prima volta che viene utilizzato il social da Lei citato per offendere le controparti. Pensi che sono oltre dieci anni che difendo le FFOO in processi anche mediatici ed ho ricevuto spesso durissimi attacchi personali, minacce a me ed ai miei famigliari inclusi i miei figli. Ho preso la difesa di un Carabinieri coinvolto nel caso Cucchi, come di tanti altri appartenenti alle Forze dell’Ordine, e vado avanti; la porterò al termine. Ormai da moltissimi anni le minacce e le offese che ricevo mi fanno solo compagnia».
Durissime sono state le minacce rivolte anche in passato ai carabinieri indagati, in particolare al Vicebrigadiere Tedesco, dopo la diffusione di una sua foto su Facebook da parte di Ilaria Cucchi. A seguito di quelle minacce e ingiurie, il militare presentò oltre 1300 querele. Questa mattina, durante una delle udienze è stata rigettata una richiesta di archiviazione ed è stata disposta l’identificazione dell’utente.
Infine, in merito all’utilizzo del social e le conseguenti incitazioni all’odio che ne derivano, l’avvocato Pini ci dice di credere fortemente nel diritto alla difesa costituzionalmente garantito. «Credo anche nel diritto di tutti i cittadini alla sicurezza e ritengo che voler solo pretendere la sicurezza, senza passare per dei giusti processi in favore degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, sia solo ipocrisia».