Nel cielo di Roma non li avevo ancora visti…
O forse non ho guardato attentamente, perché non ho bisogno di ritrovarmi. So perfettamente dove sono. Esattamente dove devo essere.
Ed era tanto oramai che non li vedevo più, come se si fossero spenti, come se avessero deciso di non brillare più per me all’improvviso. Eppure c’erano, sempre lì, sempre nella stessa posizione.
A Roma il cielo di notte è bellissimo. I gabbiani in volo lo dominano e non so perché, tutto sembra magico. Anche in serate in cui di magico non vi è nulla.
E io, perennemente con gli occhi al cielo, ieri ho rivisto quei tre puntini di luce, la cintura di Orione, che per me ha tutta un’altra storia.
La storia di quei punti di luce, in linea retta, e nonostante ciò destinati ad incontrarsi nell’infinito.
E da bambina incuriosita, chiedevo cosa fossero.
La risposta era: “I marinai guardano al cielo per orientarsi. Quando senti di esserti persa, fai finta di essere un marinaio e alza gli occhi al cielo. Se li vedi ti ritrovi, e ti sentirai meno sola”.
E forse non è affatto un caso che io li abbia rivisti ieri.
Ecco. Sono un puntino.