Non si poteva cadere più in basso. Non ci sono parole per descrivere lo scempio che ben potrete osservare in questa foto.
È recente, risale all’ultimo Gay Pride. Una ex consigliera comunale del comune di Bologna, indossa questa maglietta con la scritta “Frociaria di Stato”, realizzata con i font e i colori ufficiali della Polizia.
Lei sostiene che sia una provocazione rivolta al Ministro Matteo Salvini, il quale indossa indisturbato la maglia della Polizia. Può farlo, è il Ministro dell’Interno e, sicuramente, non la indossa in maniera indegna, come invece ha fatto la signora in questione.
Offendere gratuitamente la Polizia di Stato e gli stessi omossessuali, che con dignità e riservatezza vivono serenamente la loro vita, non è una rivendicazione dei diritti ma un gesto vile che, ci si aspetta, venga stigmatizzato dalla comunità LGBT.
Così come ci si aspetta che giusti provvedimenti siano presi nei confronti di chi ha offeso e infangato una Istituzione dello Stato.
Nessuno nega di difendere “l’orgoglio gay”, ma questa difesa non può, né deve trascendere nel ferire l’orgoglio altrui.
Le comunità LGBT lottano e manifestano per il riconoscimento dei loro diritti. Nulla in contrario, è giusto, sono libertà costituzionalmente garantite.
C’è una linea di demarcazione però, tra libertà e indecenza. E credo sia stata ampiamente travalicata.
In quanto alla senatrice Cirinnà, immortalata sorridente accanto all’orribile maglietta, bè… cosa c’è da aspettarsi! Potremmo semplicemente dirle che in tutto questo, di “civile”, termine a lei caro, non vi è proprio nulla.