Questa è la storia di Luca Fallaolita, un trentottenne di Avezzano, provincia dell’Aquila. Lo ringrazio per avermi parlato di lui e del suo progetto, che racconto volentieri.
Luca è un ragazzo come tanti, una vita normale e tanti sogni. Terminati gli studi, inizia il servizio di leva obbligatoria presso l’Arma dei Carabinieri. Per Luca è un’esperienza fantastica, ma sa bene che non è la divisa il suo futuro. Decide dunque di non proseguire dopo l’anno di leva e fa ritorno ad Avezzano, con l’intenzione di realizzare il suo vero grande sogno: diventare un imprenditore edile.
Ha solo 21 anni, apre la sua prima partita Iva e fa tesoro degli insegnamenti di suo padre, impartitigli durante i mesi estivi nella ditta in cui lavorava. Aiutato e supportato dalla sua famiglia, Luca inizia la sua avventura nel settore edile.
Luca è molto curioso e questa sua curiosità, questa fame di conoscenze, lo porta a conoscere bene ogni sfumatura di questo complesso settore, tutti i materiali e cosa significa vedere realizzata un’opera utile e che sarà fruibile per molto tempo.
Corre l’anno 2009, un anno che Luca sa bene essere indelebile per gli abruzzesi, i quali saranno da quel 6 aprile del 2009, catapultati in una realtà che in molti, oggi, hanno dimenticato.
Luca racconta di un’esperienza che avvicina le persone tra loro e gli permette di capire i veri valori che spesso vengono sopraffatti dai ritmi frenetici della vita. Luca vive il dramma del terremoto attraverso il volto di amici e conoscenti che hanno perso tutto, e a rimanergli impressa è una frase in particolare: “Non riuscivo ad uscire perché la mia porta era bloccata”.
Quella frase, più volte ascoltata, rimbombava nella testa di Luca che non faceva altro che chiedersi: “Chissà in quanti non sono riusciti a raccontarlo. Ma si può morire per una porta bloccata?”.
Spinto da questi interrogativi, dalla sua innata fame di conoscenza, Luca si tuffa nella ricerca di una soluzione. Non si può morire per una porta che non funziona. Ha un’idea, la mette su carta, ne esce uno schizzo che custodisce gelosamente. Il tempo è poco, il lavoro porta via tante energie e la poca esperienza nel settore tecnologico, porta quello schizzo in un cassetto.
Trascorso qualche anno, l’attività di Luca confluisce in uno studio associato, ed è lì che quel pezzo di carta salta nuovamente fuori. Si confronta con tutti i professionisti dello studio e inizia un duro di lavoro di progettazione del sistema e della procedura brevettuale. Luca ha intrapreso una nuova lunga avventura, studia meticolosamente i brevetti, marketing sulle porte e inizia a studiare le conseguenze di eventi calamitosi, terremoti, alluvioni, frane, esplosioni, attentati. Inizia, insomma, ad osservare da vicino ogni possibile causa di cedimento strutturale negli edifici.
Al suo studio, Luca affianca la ricerca di figure professionali esperte utili a realizzare questo suo progetto “salva vita”.
Pian piano, inizia a formarsi un vero e proprio team di persone con competenze diverse che credono nel progetto di Luca e vogliono realizzarlo. Nel 2016 viene costituita una società, vengono realizzati i primi prototipi dei sistemi antisismico e anti incastro per porte. Luca riesce, anche se con qualche difficoltà, a coinvolgere le facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università dell’Aquila. Iniziano così a concordare le modalità di prova del sistema su porte interne. Per Luca è un giorno indimenticabile, saprà finalmente se il suo progetto funzionerà o sarà un fallimento. Il responso arriva qualche ora dopo. Funziona tutto, anche meglio di ciò che ci si aspettava.
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